From Our Blog

Marisa Laurito: “A cena da me venivano tutti: Coppola, Arbore, due Presidenti. Per lo scudetto del Napoli mi mancherà Luciano De Crescenzo”

Marisa Laurito: “A cena da me venivano tutti: Coppola, Arbore, due Presidenti. Per lo scudetto del Napoli mi mancherà Luciano De Crescenzo”

di Anna Lupini

laRepubblica | 26 APRILE 2023

Un curriculum artistico imponente, iniziato a 21 anni in teatro con Eduardo De Filippo “avevo l’audizione il giorno del mio compleanno, e potei firmare senza il consenso dei miei genitori”. Una vita trascorsa ad accogliere amici e artisti: “A casa mia venivano tutti, compresi due Presidenti della Repubblica”. È l’amicizia a fare la parte del leone nella storia sentimentale di Marisa Laurito: “Il grande amore della mia vita è stato l’amicizia, gli amici scomparsi sono una vera tragedia”. E una filosofia di vita tutta da imitare: “Il fisico peggiora, ma l’anima migliora con l’età”

Marisa Laurito è una presenza familiare e allegra per chi si è formato nella parrocchia laica della tv di Stato, dove un tempo (udite udite) si trascorrevano serate spensierate a ridere dei tormentoni di Quelli della Notte. Impossibile non ripensare, mentre la chiamiamo al telefono, alla sua gag che la vedeva impegnata a comporre in diretta un numero di telefono, scandendo le cifre a voce alta, salvo poi coprire gli ultimi numeri con tre urletti per mantenere la privacy.

Semplice, efficace, indimenticabile. Il dialogo che ne segue non smentisce la sua fama: è cordiale, simpatica e sorprendente. La sua carriera artistica è iniziata molto presto, e nel segno della ribellione al parere dei suoi genitori. Nella sua gioventù, più che l’amore, l’ha appassionata il lavoro: creare e consolidare una carriera artistica, che dura da più di 50 anni. Essere indipendente, lavorare, viaggiare. Ma anche essere un porto sicuro di amicizia e l’ospite di “cene epocali” in casa sua, dove tutti, ma proprio tutti, amavano andare. Da Francis Ford Coppola a due Presidenti della Repubblica, dagli amici di sempre Renzo Arbore, Luciano De Crescenzo, Gigi Proietti, Mariangela Melato a registi, artisti, intellettuali. E dove si finiva a cantare canzoni napoletane o a litigare furiosamente per la politica.

 

Marisa Laurito con Peter Falck, sullo sfondo Giorgio Napolitano

Ricorda il suo primo amore?

“Il primo amore si chiamava Michelino, avevamo 13 anni e andavamo a scuola insieme. Avevamo classi diverse quindi facevamo la strada insieme o mangiavamo vicini a scuola: un ricordo molto delicato, a lui detti il mio primo bacio, una cosa innocente. La prima cotta però l’ho presa che avevo 6 anni. Andò a finire malissimo perché a questo bambino che si chiamava Filippo regalai una penna e poi ci fu una litigata e mi buttò addosso tutto l’inchiostro. La prima storia vera arrivò molto più avanti, avevo 21 anni ed era un ragazzo che studiava medicina.”

Una canzone legata all’amore?

“Ricordo una canzone che diceva ‘coi capelli bagnati so che capirai’ (Comunque bella, di Lucio Battisti, 1972. Ndr). Mi piaceva molto andare in motocicletta, ne ho avute molte, prima Vespe e poi motociclette. E uno dei miei primi amori era un motociclista. Quindi questa canzone me la ricordo perché con l’età giovane e la follia nella testa uscivo coi capelli bagnati e me li asciugavo andando in moto. L’epoca della gioventù che ho vissuto io è stata bella, piena di risate, divertimento, voglia di scoprire la vita, voglia di arrivare soprattutto: ero molto puntata sul lavoro, volevo a tutti i costi lavorare e raggiungere dei traguardi. Parlando di amori, non ne ho quasi mai avuti nel campo del lavoro, ma sempre al di fuori, forse anche perché io ho iniziato a lavorare con Eduardo De Filippo, ed era vietato essere fidanzati in compagnia perché si veniva licenziati, quindi ce ne guardavamo bene. D’altronde credo che Eduardo avesse proprio ragione: non è una cosa corretta…”

In compagnia con Eduardo De Filippo è entrata a 21 anni, giovanissima

“Lo inseguivo da tempo, e lui mi aveva dato la data dell’audizione il giorno in cui compivo 21 anni e quindi ho potuto firmare il contratto senza il consenso dei genitori. I miei non erano certo contenti che io mi mettessi a fare l’attrice, immaginavano per me una vita diversa. Invece ho firmato il primo contratto e sono andata a vivere da sola, perché ho iniziato a girare con la compagnia, e allora le tournée duravano anche sei o sette mesi, quindi praticamente non si rientrava mai a casa.”

Per un periodo ha convissuto con Marina Confalone?

“Sì, avevamo messo in piedi una comune a Roma con Marina Confalone e arrivavano persone di tutti i generi. Praticamente io e Marina avevamo preso in affitto questa casa, avevamo seri problemi economici, però c’era chi stava peggio, attori che non avevano letteralmente un posto dove andare, e noi li ospitavamo. Quindi in questa casa venivano una marea di ragazzi e ragazze, dormivamo in ottomila, io ho dormito anche nella vasca da bagno, è stata una cosa divertente. Erano gli anni Settanta, tra i frequentatori della casa c’erano Massimo Ranieri, Roberto Benigni, Sergio Castellitto. Un periodo bellissimo, elettrizzante, pieno di cose belle e divertenti. Erano tutti ragazzi che avevano voglia di arrivare e la forza di poter intraprendere questa arte, erano molto formati, diretti, precisi, tutta gente che aveva voglia di diventare brava. C’erano anche gli attori di Eduardo, molte belle teste, anche quelli che non sono diventati famosissimi. Tanta gente è passata di là e ne ho un ricordo bellissimo”.

Con Marina Confalone sul set di Mina Settembre, serie tv Rai 

Che ricordo ha invece degli anni Ottanta, quelli della popolarità televisiva?

“Anche quello bellissimo. Fu una popolarità enorme, che incredibilmente ancora regge. Erano anni in cui si faceva una televisione bella, sono stata molto fortunata, la gente ancora mi ferma per strada ringraziandomi per quanto li ho fatti ridere, per quante cose belle abbiamo dato. E’ un affetto impagabile, un amore che io ricambio, sento anche il dovere di rispettare l’amore del pubblico con le scelte professionali. Sono stati anni meravigliosi, peccato non averli vissuti oggi, mi sarebbe servita l’esperienza che ho adesso.”

Con Renzo Arbore e Gianni Minà 

Eravate davvero così affiatati come sembrava a Quelli della notte?

“Eravamo e siamo una famiglia. Molti di noi sono rimasti in sintonia e ci incontriamo spesso. Con altri più raramente, ma quando ci incontriamo è come se ritrovassimo uno di famiglia, perché Quelli della Notte è stata un’esperienza incredibile, di quelle che capitano una volta nella vita e mai più. Eravamo un gruppo con un grande capo che era Arbore che tirava le fila in modo straordinario. Renzo è un grande talent scout, uno che non ti mette mai in agitazione, sempre sorridente e aveva ben presente l’obiettivo che ognuno di noi si sentisse esattamente a proprio agio. Una cosa che non tutti capiscono: un artista quando lavora deve sentirsi a suo agio per poter dare il meglio. Avevamo anche un grande produttore che era Ugo Porcelli, grandi autori e noi che eravamo molto “sgarzulini” e avevamo voglia di imparare, diventare bravi e metterci a disposizione.”

Il cast di Quelli della Notte 

Come ha sedotto gli uomini della sua vita?

“Non saprei. Probabilmente ho sedotto con l’accoglienza e con l’amore, come mi aveva insegnato mia madre. Non sono stata una donna che ha avuto avventure, mi sono innamorata nella vita di alcuni uomini e le mie storie sono state sempre durature…”

Nell’accoglienza rientra anche la cucina che è un suo cavallo di battaglia

“Ho imparato a cucinare per accogliere, più che per la passione per la cucina. La cucina è un passe-partout per accogliere amici e mettere intorno al tavolo persone e raccontarsi la vita. Nella mia casa a Roma sono passati tutti. Qualcuno ha definito le mie “cene epocali” e in effetti è stato così, perché qui sono passati tutti. Questa casa è stata una specie di cenacolo, la cosa interessante, molto interessante che avveniva da me è che si stava bene, c’erano persone “arrivate”, grandi intellettuali come Francesco Rosi, Lina Wertmuller, Luciano De Crescenzo, due presidenti della Repubblica, Napolitano, quando era Ministro dell’Interno e Cossiga, e artisti che non erano ancora arrivati ma che avevano ‘un che’, artisti ‘importanti’ perché avevano cose da dire e questo miscuglio era molto interessante: parlavamo di politica, di arte, di lavori da fare, ci si scambiavano idee. Adesso tutto questo non c’è più. Non riesco a capire perché, ma questo mood, questo ambiente, questo movimento è diventato scarso, la gente ora sta chiusa in casa. Non ho nominato tante persone: Monica Vitti, Sergio Corbucci, Nori Corbucci, in questa casa è passata l’intelligenza e l’arte italiana. E’ stata un’esperienza bellissima, anche se molto spesso finivamo a litigare. Ma era interessante anche quello, perché c’erano scambi di idee.”

Una lite che ricorda in particolare?

“Sulla politica più di una in verità. Mi ricordo che un giorno arrivò Francis Ford Coppola, avevo organizzato una cena per lui che era in Italia. Arrivò con una cassetta di vino che produceva lui sulle spalle e abbiamo cantato canzoni napoletane, perché lui adorava le canzoni napoletane e a un certo punto è esplosa una lite furiosa tra uno di destra e Gigi Proietti che era di sinistra. Per fortuna Coppola non capiva bene perché parlava quasi solo americano. Comunque la serata gli piacque molto, perché era tutto abbastanza tipico. In quella serata c’erano una marea di cantanti napoletani e in America non c’era tutto questo movimento culturale o quantomeno come avveniva qui da me”.

Come selezionava gli invitati per una sua cena?

“Bisognava essere artisti. Artisti importanti, squattrinati ma che avessero qualcosa da dire. Perché io vengo da lì, mi sono formata alla scuola della strada, non ho avuto né padri né padroni: so riconoscere gli artisti veri e quelli che combattono per fare arte”.

Marisa Laurito posa di fronte a una sua opera 

Le donne della sua vita?

“Ho sempre avuto un ottimo rapporto con le donne intelligenti. Mi piace ricordare Mariangela Melato tra le persone più care. Era una donna intelligente e straordinaria, quando entrava in questa casa, aprivo la porta e non potevo fare a meno di dire ‘come sei bella’. Aveva una luce ed una grazia innata, era impossibile guardarla e non dirle quanto sei bella, non per la bellezza in sè ma per tutto quello che si portava dentro: era intelligente, simpatica, colta, politicamente ben indirizzata: anche con lei ci sono state molte discussioni in questa casa. Anche Monica Vitti è venuta spesso qui, abbiamo passato molti natali insieme, per non parlare di Lina Wertm?ller, di Marina Confalone, una grande attrice e una donna speciale, Barbara Boncompagni… ho tante amiche.”

Queste amicizie sono tutte rimaste?

“Molti sono rimasti sempre. Ahimé la maggior parte degli amici che sono andati, sono andati perché non ci sono più. E questa è una tragedia per me, vera. Perché l’amicizia per me è una forma di amore straordinaria, la prima forma d’amore, la primissima e la più vera, quella che mi interessa davvero. Perché non muore mai. È quella che ti accompagna nella vita. Ho avuto tanti amici straordinari e purtroppo, dato che ho frequentato sempre persone più grandi di me di 10 o 15 anni, molte se ne sono andate, ed è una perdita infinita. Mi sento molto più sola. Gli amici sono i testimoni della vita. Non potrò più dire, visto che Luciano De Crescenzo non c’è più, ‘Lucià ma ti ricordi quella volta che siamo andati a Napoli…’. Per esempio quest’anno il Napoli diciamo, per scaramanzia, che molto probabilmente vincerà lo scudetto: a me già manca Luciano, perché ne ho vissuti due con lui, e già penso mannaggia, Luciano non c’è più, e con chi lo vado a vedere quest’anno lo scudetto del Napoli? È stato un amico di 50 anni di vita, mi sento molto più sola senza queste persone care. Per fortuna ce ne sono altri nuovi che prendono il loro posto”

Marisa Laurito con Gigi Proietti 

Chi sono i nuovi amici?

“Come io ho frequentato persone più grandi di me, ora ci sono giovani artisti che frequentano me, e anche parecchi. Incontrare delle persone della mia stessa età che abbiano la mia stessa energia non è semplice. Stefano Bollani e Valentina Cenni sono due amici carissimi. Il fatto che molti giovani e molti artisti mi cerchino mi rende felice.”

A casa sua il soffitto è dipinto con le nuvole. Come mai?

“Questo soffitto ha una storia molto particolare. Ho conosciuto un artista che si chiama Hugues de Montalembert, ha avuto un grave danno agli occhi, perché lo hanno derubato e poi gli hanno buttato l’acido negli occhi. Sono andata a trovarlo, lui era cieco completamente e aveva questa casa con il soffitto con le nuvole ed io ero rimasta così stupita da questa cosa perché era come se volesse vedere oltre la vista, volesse avere questo respiro ampio di questo cielo sul tetto. Ecco perché le nuvole in casa mia. Hanno un significato di apertura verso l’esterno e io sono un essere umano molto libero, molto aperta e proiettata verso gli altri e l’esterno. Le ha dipinte lo scenografo di Eduardo che si chiamava Michelino Canefora. In salone ho le nuvole azzurre, del giorno, in camera da letto le nuvole rosa del tramonto. Poi quelle del salotto si erano rovinate e le ha ridipinte un pittore cinese di nome Tang, in modo straordinario. “

Il suo spirito indipendente le ha mai creato problemi nei rapporti d’amore?

“Sempre. Perché una donna libera non è una donna molto amata. O meglio: la libertà si paga. Si paga per l’espressione, per quello che uno vuole essere, per quello che vuole raccontare, per le posizioni che prende che spesso sono molto scomode, la si paga perché con un uomo, ancora oggi, paga più la dipendenza che l’indipendenza. Fortunatamente io ho trovato, in questo periodo della mia vita, e ormai sono 23 anni che convivo con un uomo (Piero Pedrini, Ndr) che è la mia relazione più lunga, una persona che non ha problemi nei confronti del successo e dell’indipendenza, della mia indipendenza.”

È una rarità?

“Sì, è una personalità abbastanza rara, devo dire”

Marisa Laurito con il compagno Piero Pedrini 

Partner artistici invece? Chi è stato il migliore?

“Sono stata molto fortunata, ho lavorato con persone di grande valore. Renzo Arbore mi ha insegnato molto, Gino Landi è stato un partner artistico straordinario, Adriano Celentano, Charlie Cannon. Ho accompagnato e sono stata accompagnata da grandi personaggi. Antonio Banderas era giovane ma già famoso in Europa ed è stato bellissimo lavorare con lui perché era anche un uomo simpatico. Ricordo andavamo con questo pulmino scassato per le montagne delle Ande, perché stavamo girando questo film Tierra Nueva e la troupe si trasportava con questo pulmino senza aria condizionata, a porte aperte con la musica a palla cantavamo Volare suonata dai Gipsy King. Ho vissuto momenti bellissimi e incontrato persone magiche. Intorno a loro volava questa polverina d’oro e io speravo che un po’ cadesse anche su di me”.

Con Adriano Celentano 

La voglia di viaggiare non le manca neppure ora, lo abbiamo visto anche in Quelle Brave ragazze, con Sandra Milo e Mara Maionchi.

“La curiosità nei confronti della vita è innata, io ho ancora oggi grande energia e curiosità. È una cosa che non posso frenare. Gli anni che passano si sentono fisicamente. Non ho l’agilità e lo scatto che avevo a 20 e 30 anni, ma i dolori faccio finta di non averli e vado. Non mi fermo, ho molta curiosità e molta voglia di vivere bene. Molte persone non capiscono una cosa basilare: che bisogna vivere bene”.

Che vuol dire vivere bene?

“Vuol dire cercare di dare il possibile, avere persone che ti amano accanto. Scegliere, tagliare i rami secchi e andare avanti con le cose che la vita ti può dare. Scegliere il meglio per te, perché ognuno di noi ha diritto alla bellezza, alla libertà e ha diritto di portare avanti il proprio essere interiore al meglio. Ma questa, non so perché, è una cosa che non capiscono molti. Vedo che si ammazzano, si avviliscono e si creano un vita brutta. È vero che ci vuole fortuna, ma la fortuna ce la creiamo anche noi. Capisco che ognuno ha la vita che vuole e che può, ma penso che ognuno di noi può fare di più per avereuna bella vita. In questo, personalmente, mi aiuta molto la meditazione, che è un modo per guardarsi dentro, per imparare a stare da soli. Io che sto molto bene con gli altri, sto benissimo anche da sola. Anche in questo c’entra l’amore: se non ci si ama, se non ci si accetta, secondo me non si può volere bene agli altri completamente.”

A proposito di accettazione, a un livello più superficiale, che rapporto ha con il suo aspetto fisico? Si è sempre piaciuta?

“Quando ero più giovane non mi piacevo quasi mai. Pensavo di non essere mai all’altezza della situazione. Ora invece guardando le fotografie mi trovo anche una bella donna, oggi non capisco come mai all’epoca io non pensassi di essere bella. Negli Anni Ottanta l’Espresso fece un sondaggio sulla donna più erotica sognata dagli italiani e risultammo io, la Parietti e un’indossatrice inglese che andava per la maggiore. Ma al primo posto c’ero io. Questo mi fece molto ridere, per come vedevo io le cose. Con il tempo ho imparato ad accettarmi. Gli anni sono passati, ho una mia bella età, mi accetto per come sono. I tentativi di dimagrire ormai sono solo per la salute. Ora sto bene con me. Il fisico peggiora, ma l’anima migliora con l’età. La vita ti toglie qualcosa, ma ti dà sempre qualcos’altro.”

L’anima migliora con l’età. Cosa accende la sua anima oggi?

“Ne ho parecchie di passioni e di curiosità. Per quello che riguarda il lavoro il teatro che dirigo a Napoli è la mia grande passione, mi piace far lavorare artisti bravi, che contano e conteranno un domani. Mi è piaciuto anche molto avere a che fare con Sandra Milo e Mara Maionchi, è stato molto bello viaggiare con loro. Sono una visual artist, dipingere, scolpire mi appassiona. Ho anche delle passioni che non riguardano il lavoro che sono il mare, la musica, le piante, i viaggi, le case, ho una passione pazzesca per l’arredamento. Ho molte curiosità che coltivo come e quando posso.”

Un’opera di Marisa Laurito dalla sua mostra fotografica “Transvantgarbage”

L’impegno civile?

“Noi che siamo popolari abbiamo il dovere di ridare qualcosa. EÈ un dovere per me, se attraverso la mia voce posso aiutare mi espongo volentieri.”

“Donna, Vita, Libertà”. La manifestazione per le donne iraniane promossa da Marisa Laurito

Per concludere, la vita da artista è una vita felice?

“La vita da artista è sempre felice. Perché se uno sceglie la vita da artista vuol dire che sta seguendo quello che gli piace fare. Chi sceglie di fare la vita da artista solo per essere famoso è destinato ad essere infelice, perché è piena di sacrifici, rinunce anche sentimentali, noi lavoriamo quando gli altri vanno in vacanza. Ma ogni vita è bella se la si sceglie e la si abbraccia. Nei momenti di fatica immane mi chiedo se avrei potuto fare altro ma la risposta è sempre la stessa: no.

Quello che voglio fare domani è sempre tentare di essere un’artista, perché è un tentativo, questa parola è anche molto abusata. L’artista è uno speciale che corre avanti agli altri, un pioniere che inventa cose nuove e che cerca di trasmetterle.”