“Occorrerebbe che i gestori teatrali italiani insieme ai responsabili dei Teatri Stabili rischiassero di più sui nuovi autori offrendo loro l’opportunità di emergere e di dare vita ad un teatro di sperimentazione sempre più necessario per l’evoluzione di un settore artistico altrimenti in crisi”.
Queste le parole di Marisa Laurito, la popolare artista che, dopo aver iniziato la sua carriera nella compagnia di Eduardo De Filippo, aver partecipato a trasmissioni storiche come “Quelli della notte” di Renzo Arbore ed aver condotto programmi del calibro di Domenica In, Fantastico e Paperissima, ritornerà in scena in città, nella prossima stagione del Teatro Cilea, con lo spettacolo “Tutti insieme abbondantemente”.
Cosa, secondo lei, andrebbe fatto per la salute del teatro e cosa invece non viene fatto?
“Ribadisco che bisognerebbe offrire più spazio alle novità per aprire nuove strade. È necessario evitare di insistere su quegli spettacoli già triti e ritriti e su quelle solite rappresentazioni dei grandi autori come Pirandello e Shakespeare, peraltro anch’esse a rischio, in quanto, dopo i tagli del governo e venuti a mancare gli aiuti, anche le compagnie specializzate nei grandi classici rischiano di soccombere. Insisterei, pertanto, sulla strada dell’innovazione che, grazie a grosse manifestazioni come il Festival Teatro Italia, riesce a condurre verso qualcosa di veramente nuovo ed artisticamente valido. Anche se è inevitabile che tali iniziative finiscono con il presentare qualcosa di atipico e poco apprezzabile per effetto della lontananza culturale di certi autori, alla fine rimangono sempre elettrizzanti per le novità che propongono. A proposito del Festival Internazionale del Teatro a Napoli, devo definire esaltante il lavoro svolto dal direttore artistico e organizzativo, Renato Quaglia che, con le sue scelte, ha portato in città tanti nuovi lavori come, tanto per citarne uno a caso, lo straordinario Chiove dell’autore catalano Pau Mirò, diretto da Francesco Saponaro ed interpretato, tra gli altri, dalla brava Chiara Baffi.”
In sintesi e mettendo da parte il buonismo, come definirebbe oggi il teatro?
“La succursale della televisione. Ed è inutile aggiungere che, avendo la Tv in programma delle cose davvero orrende, anche il teatro ne risente in termini qualitativi e culturali. E’ assurdo che si continuano a trovare nei grandi teatri i protagonisti dei reality elevati al rango di attore senza minimamente tenere presente il fattore talento.”
Parlando ora del pubblico napoletano come lo osserva dal punto di vista qualitativo?
“Pur rimanendo senz’altro uno dei pubblici più esperti d’Italia, senza dimenticare che fino a qualche tempo fa gli attori erano terrorizzati nel venire a recitare a Napoli temendo anche i fischi, oggi, lo stesso, è fondamentalmente diventato più di bocca buona. Ciò tuttavia è un fenomeno che si registra anche nel resto d’Italia dove, a causa di un abbassamento generale della cultura, si finisce con il prediligere le cose più leggere e divertenti.”
Ultimamente a Napoli si parla sempre più insistentemente del grande ritorno della Festa di Piedigrotta, lei, da napoletana che vive a Roma, come osserva questa iniziativa?
“Sicuramente in termini positivi. E’ una festa che merita di continuare a vivere e per la quale mi auguro si riescano a conservare tutti i sentimenti e le tinte forti del passato.”
A parte il ritorno a Napoli nel rinnovato Teatro Cilea, cosa vi è nei suoi programmi futuri?
“Ancora tanto teatro, uno spettacolo con il cantautore Enzo Gragnaniello al Teatro Bellini, la trasmissione di cucina su Alice Tv, intitolata Pasta Love e Fantasia ed una fiction sulle reti Mediaset di cui però non posso ancora anticipare nulla.”